Le priorità erano la sicurezza, l’emergenza rifiuti e la
cordata per salvare Alitalia
Il primo semestre del governo Berlusconi: soddisfatti?
di Ersilio Mattioni
Non siamo mai stati fra quelli che prima ripongono
fiducia cieca in un governo e poi, dopo sei mesi, gli
rimproverano anche le colpe che non ha. Nella vita mai
crearsi aspettative senza un briciolo di ragionevolezza.
E in politica vale lo stesso. Se poi si parla della
politica italiana – e della sua classe dirigente da
operetta – vale ancora di più. Ciò premesso, sta per
finire il primo semestre del secondo governo Berlusconi
ed è giusto fare il punto. Le priorità erano la
sicurezza e l’emergenza rifiuti. Nel primo caso, dopo
qualche litigio fra la Lega e gli alleati, ha prevalso
la linea Maroni, anche se a suon di decreti legge. Sarà
efficace? Presto per dirlo. Gli strumenti, almeno, ci
sono. Nel secondo caso ha prevalso il decisionismo di
Berlusconi: inviare l’esercito in Campania ha dato uno
scossone all’ampio e tenace fronte del no. Insomma, lo
Stato fa lo Stato. E lo fa soprattutto nelle emergenze.
Il problema rifiuti non è finito, ovvio. L’emergenza,
però, non c’è più. Il capitolo Alitalia, invece, sarebbe
tutto da ridere se non ci fosse da piangere lacrime
amare: un miliardo di euro dei contribuenti per coprire
il debito di Alitalia e consegnare la compagnia di
bandiera risanata a Colaninno e soci: di fare gli
imprenditori così, siamo capaci tutti. E più che una
cordata, questa sgangherata combriccola ci sembra una
colletta. Oh, per carità: italiana è italiana. Ma è
sempre una colletta. Altre performance del governo
Berlusconi? Il lodo Alfano che ha messo il premier al
riparo dall’insidioso processo Mills. E che ha scatenato
la piazza Di Pietro, l’unico a fare opposizione a muso
duro, mentre il Pd cerca se stesso (tutto vano per ora)
e il centrodestra cresce nei sondaggi.
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