Pdl e Pd investono nella formazione: “Vogliamo creare la classe dirigente del futuro”. Il centrodestra ritorna a Gubbio; il centrosinistra, per la sua prima volta, sceglie invece Cortona
Novità nell’agenda politica 2008-2009: torna la vecchia scuola di partito
ROMA (22 Agosto 2008) – Dare centralità al ruolo della formazione: è questo l’obiettivo delle scuole di partito che apriranno la stagione politica 2008-2009 sia del Partito Democratico sia del Popolo della Libertà. Dall’11 al 14 settembre, infatti, il PD ha deciso di fissare un appuntamento di riflessione e di formazione a Cortona che si baserà sul "futuro della democrazia, tra globale e locale". “Pdl e l'Italia che cambia” è invece il tema scelto dal Popolo della Libertà che si ritroverà a Gubbio dall’11 al 13 settembre.
Un ritorno inaspettato, quelle delle vecchie scuole di partito. Insomma, la politica sceglie un sistema vecchio per dare risposte nuove a problemi che, negli ultimi tempi, sono stati un po’ trascurati. Uno su tutti: come rappresentare una società sempre più eterogenea, dove gli schemi del passato (a cominciare da destra e sinistra) appaiono chiavi di lettura del tutto inadeguate? Le istituzioni sono in difficoltà, il disinteresse verso la politica è elevato, la crisi di partecipazione alla vita dei partiti è evidente. Ecco perché provare a invertire la rotta è giusto ed è serio, soprattutto da parte delle due forze politiche che rappresentano da sole quasi l’80 percento degli elettori.
Pertanto, Pdl e Pd hanno deciso di ripartire dalla formazione alla politica. L’obiettivo è far conoscere, fornendo qualche strumento, la società e le sue tendenze evolutive, per poterne diventare responsabili e, dunque, capaci di rispondere ai suoi problemi. Ma anche per tentare di orientarla verso obiettivi di riforma e modernizzazione.
Per quanto riguarda il centro-destra non si tratta della prima esperienza: già dal 2002, infatti, Sandro Bondi, all’epoca coordinatore nazionale di Forza Italia e attuale ministro dei beni culturali, aveva ideato una scuola con l'obiettivo di formare una nuova classe dirigente di partito e di governo.
Per il Pd invece si tratta della prima scuola politica estiva e secondo Veltroni “servirà per colmare i nostri deficit di comprensione del Paese e delle sue diverse aree territoriali, per creare un linguaggio e visioni condivise sulla storia repubblicana e sul futuro dell’Italia, per attenuare le disparità regionali nelle esperienze concrete e nei modi di far politica”.
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