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IN GITA A SPESE NOSTRE, QUANT'E' COSTATO IL VIAGGIO? CHI VI HA PARTECIPATO? E A CHE TITOLO?

Mantovani vola in Israele e la spara grossa: "Berlusconi perseguitato come gli ebrei" Chieste le dimissioni, anche Maroni vuole che il suo vice chiarisca

 

 

GITA FUORI PORTA - Il vicepresidente della Lombardia, Mario Mantovani (in alto) con il suo segretario tuttofare Fabio Gamba (in basso). Di recente, assieme a una delegazione della Regione, sono volati in Israele. Ufficialmente per rappresentare la Lombardia. Chi ha pagato il viaggio? Quanto è costato? Quante persone vi hanno preso parte? 

 

di Ersilio Mattioni

 

MILANO - 16 novembre 2013 In Israele a spese nostre, per giunta a raccontare castronerie. E far fare all’Italia, come se ne avesse bisogno, l’ennesima figura barbina. A Mario Mantovani, vicepresidente della Lombardia, qualcuno dovrebbe spiegare che esiste una differenza fra il ruolo di capo ultrà – nel quale eccelle - e il ruolo istituzionale, col quale invece fa un po’ fatica. Dettagli. Lunedì scorso Mantovani, in visita a Gerusalemme con staff e segretario tuttofare al seguito, l’ha sparata grossa: ricordando, davanti al premier Benjamin Netanyahu, i cittadini lombardi che hanno aiutato gli ebrei italiani, il vice di Roberto Maroni ha parlato di “inno alla libertà contro i mille volti della persecuzione”. Chiosando: “Persecuzione che, come nel caso di Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la negazione della parità dei diritti”. Perplessità fra gli astanti nella cosiddetta ‘foresta Kennedy’ sulle colline di Gerusalemme.

 

“Al di là dell’inquadramento storico – ha detto Mantovani all’ANSA – per Berlusconi trattasi di una persecuzione, perché non gli sono stati garantiti i diritti umani”. Per il vicepresidente lombardo il paragone non sarebbe inopportuno e le sue parole sarebbero state “prese in modo adeguato”. Netanyahu avrebbe anzi pregato Mantovani di salutargli Berlusconi, definito “un amico”. Ci fidiamo, anche perché dall’ufficio stampa del premier israeliano non è stata diffusa alcuna nota ufficiale.

 

Sorvoliamo sul fatto, comico in sé, che a Berlusconi non sarebbero stati garantiti i diritti, dal momento che l’ex premier è stato condannato per frode fiscale dopo tre gradi di giudizio, nei quali ha potuto difendersi non come un cittadino normale, bensì ‘scudato’ dall’immunità parlamentare, protetto dalle leggi ‘ad personam’ e avendo a disposizione un plotone di avvocati strapagati per tirare in lungo il processo nella speranza dell’ennesima prescrizione. Sono cose che sanno tutti, in Italia e all’estero. Non le capisce chi è stupido oppure chi ha convenienza a non capirle.

 

La frase di Mantovani, tuttavia, non è una gaffe. Persegue uno scopo chiarissimo: restare nelle grazie del capo a suon di imbarazzanti dichiarazioni d’amore. Tecnica che può costargli caro: il governatore Maroni vuole chiarimenti, il Pd si appresta a presentare una mozione di censura e il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni dell’assessore alla Sanità. Altro capitolo riguarda il viaggio in Israele.

 

Altro capitolo, i costi. Ci piacerebbe sapere se sono stati i lombardi a pagare il viaggio per Mantovani e il suo codazzo, fra cui il giovane segretario tuttofare Fabio Gamba, già nell’elenco incarichi della Regione con 10.000 euro in sette mesi (per fare cosa non si sa, noi glielo abbiamo chiesto ma lui ha evitato con cura di risponderci). E dunque, quanto è costata questa gita fuori porta? Diciamolo, vale per Mantovani come per gli altri: quelle che vengono chiamate “missioni” sono in realtà viaggi del tutto inutili. Qualche ora di presenza alle cerimonie ufficiali, una chiacchierata con le autorità, i soliti convenevoli e poi un po’ di sano turismo. Il sospetto viene dando un’occhiata al profilo Facebook del segretario di Mantovani: splendide foto da Tel Aviv, dalle quali si deduce che il tempo libero non è mancato. Ottime cose, il turismo e pure il tempo libero. Meglio se a spese proprie, disponendo peraltro di uno stipendio pubblico di parecchie migliaia di euro.

 

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