![]() |
Articoli pubblicati su Libera Stampa l'Altomilanese in data 2 novembre 2012 sul cosiddetto voto di scambio alle elezioni di Inveruno (Milano) del 2009
(a cura di Ersilio Mattioni e Francesco Colombo)
VOTO DI SCAMBIO, CONTESTO GENERALE In Regione, in Provincia e nei comuni: così le cosche volevano truccare le elezioni
Truccare le elezioni, a tutti i livelli: le regionali, le
provinciali, le comunali, persino il parlamento europeo. Il progetto
della ‘ndrangheta in Lombardia è tanto chiaro quanto cinico. Si
agganciano i candidati, si offrono voti, poi si presenta il conto:
soldi, favori e appalti pubblici. E così dopo Sedriano, dove il
sindaco Alfredo Celeste è agli arresti per corruzione, spunta quello
di Inveruno. Siamo sempre nel 2009 e il candidato della Lega Nord,
Diego Zoia, viene avvicinato da persone riconducibili alle famiglie
Carbone e De Maria. “Risponde al vero - dichiara Zoia - che vi fu un
tentativo di offrirmi un appoggio elettorale in cambio di una
garanzia di possibilità di lavoro (30.000 euro di appalti pubblici,
secondo la nostra ricostruzione, ndr). L’offerta è stata da me
immediatamente fermamente respinta, e l’accadimento mi procurò il
voltastomaco”. Zoia non denuncia il fatto, perché lo ritiene una “bravata di cattivo gusto”. Ma chi sono le famiglie calabresi De Maria e Carbone, imparentata quest’ultima con i Cutrì? La loro storia merita di essere approfondita e la raccontiamo qui sotto. I Cutrì arrivano a Inveruno perché il soggiorno obbligato colpisce il capofamiglia, coinvolto nell’omicidio di un barista in Calabria che aveva osato denunciarlo per la richiesta del pizzo. I legami con la politica appartengono però alle famiglie Carbone e De Maria. A Inveruno frequentano da sempre Forza Italia prima e il Pdl poi, bazzicando sia la sezione sia gli appuntamenti elettorali. Una certezza, leggendo le carte e ascoltando le telefonate contenute nelle 544 pagine dell’ordinanza di arresto, c’è: la ‘ndragheta, fra il 2009 e il 2011, cerca di truccare alcune competizioni elettorali. Lo stesso boss Eugenio Costantino, al telefono, si vanta di avere 'aiutato' Celeste a diventare sindaco di Sedriano. Ed è sempre Costantino, parlando con il chirurgo Marco Silvio Scalambra (specializzato nella raccolta voti), a gioire per il risultato di Rho del 2011. La mafia offre i voti a un candidato leghista che rifiuta, per poi perdere di un soffio. “Ti posso dire una cosa? Sono felice. Poveri idioti. Devono essere degli accattoni”, è Costantino che parla. Scalambra: “C’è stata la stupidità di dire ‘ce la facciamo da soli’. Avevano un sondaggio”. Replica del boss: “Sì ma non sanno come sono i veri sondaggi sti ragazzi. Se c’è uno che è soddisfatto sono io”. Scalambra: “Anch’io”.
Torniamo al 2009. Il 3 giugno 2009 il preguidicato Vincenzo Vivaldo
parla con un amico, tale Adriano, della “cena dei calabresi” a cui
partecipa il candidato Pdl alla Provincia di Milano, Guido Podestà.
Riferisce: “Ho portato un pullman qui da Rho, pieno”. Poi i due si
mettono d’accordo per far confluire voti su Vito Bonsignore
(candidato del Pdl alle europee) e su Podestà. Non priva di
interesse anche la telefonata fra Celeste e Scalambra. Siamo nel
2011 e si discute delle elezioni di Milano. L’assessore regionale
Alessandro Colucci ha chiesto a Scalambra di sostenere un suo uomo,
tale Renzo De Biasi. Scalambra si lamenta con Celeste, perché non è
stato
IL CASO INVERUNO L'ombra della 'ndrangheta sul voto 2009: Lega e Pd rifiutarono i voti, chi li prese?
Qualcuno tentò di falsare il risultato delle
ultime elezioni comunali di Inveruno, nel 2009. Una notizia
destinata a turbare i cittadini e a scombussolare il mondo politico,
e che si va a inserire nel quadro sempre più drammatico dei rapporti
fra la malavita organizzata e la politica locale. I fatti: durante
la campagna elettorale del 2009, secondo alcune testimonianze
verificate dal nostro settimanale, due persone riconducibili alle
famiglie De Maria e Carbone avrebbero tentato a più riprese di
offrire sostegno elettorale in cambio della promessa di effettuare
lavori per la cifra di 30mila euro. Il primo a essere contattato e
avvicinato, in questo senso, fu Diego Zoia, all’epoca candidato
sindaco a Inveruno per la Lega Nord Lega Lombarda, che rifiutò in
modo fermo e deciso
“Confermo - dichiara Zoia dal Brasile - che mi
fu proposto sostegno elettorale in cambio di una garanzia della
possibilità di lavoro. L’offerta fu da me prontamente rifiutata e
rispedita al mittente, e mi procurò immediatamente il voltastomaco”.
Anche gli esponenti di Rinnovamento Popolare furono coinvolti in un
episodio che, seppur in misura minore, ha destato comunque qualche
sospetto. “In campagna elettorale - spiega Maria Zanzottera - ci
venne chiesto in modo piuttosto ambiguo che cosa il nostro gruppo
pensasse in merito al finanziamento della festa dei calabresi. Noi
fummo subito chiari e facemmo capire che il nostro gruppo non era
disponibile a qualsiasi tipo di patti o di accordi strani”. Ma
allora, a chi vennero poi offerti effettivamente i voti? E
soprattutto, ci fu qualcuno che accettò la proposta targata Carbone
e De Maria? Se dovesse essere verificato che una formazione politica
accettò la proposta di voti in cambio di 30mila euro di lavori da
effettuare, sarebbe chiaro che le ultime elezioni comunali, decise
per 55 voti di scarto, furono pesantemente compromesse, se non
addirittura falsate.
Di certo, invece, c’è il legame di parentela
che lega lafamiglia Carbone a quella dei Cutrì, già tristemente nota
da tempo a Inveruno. Esponenti della famiglia Cutrì, originaria
della Calabria, giunsero infatti a Inveruno a seguito di un
provvedimento di soggiorno obbligato che colpì il capofamiglia,
resosi protagonista di un episodio di violenza di stampo mafioso in
terra calabrese. Sono quattro i figli che conosciamo dei Cutrì:
Domenico, Nino, Daniele e Laura. Nino fu al centro di alcuni episodi
di violenza a Inveruno: fu lui a prendere a pugni, la vigilia di
Natale di qualche anno fa, un babbo natale che si trovava in piazza
a Inveruno a distribuire regali ai bambini, con la sola accusa di
essersi rivolto a lui in maniera sgarbata e poco carina. Inoltre,
Nino fu coinvolto nella sparatoria presso l’oratorio di Inveruno di
circa 10 anni fa, durante la quale un camionista di Casorezzo ferì
al braccio Valentino Morello con un colpo di pistola da una distanza
di 70 metri: secondo il camionista, Morello era colpevole, assieme a
Cutrì, di aver rivolto pesanti apprezzamenti alla sua ragazza.
Domenico, invece, è stato protagonista di un episodio ben più grave,
che lo ha portato a essere condannato all’ergastolo dalla Corte
d’assise di Novara per concorso in omicidio nel delitto di Trecate,
in cui un giovane di 22 anni, Lukasz Korbzeniecki, fu ucciso da
alcuni colpi di pistola sparati da un’auto in corsa. Secondo il
giudizio della Corte d’assise, alla base dell’omicidio ci furono
delle avances che il giovane Lukasz fece alla fidanzata di Cutrì. In
seguito al verdetto sfavorevole, la famiglia di Cutrì ha affidato al
noto penalista Giulia Bongiorno il compito di presentare ricorso in
Corte d’assise d’appello. Mettono i brividi,
IL CASO INVERUNO 2 La strana previsione di Garavaglia: “Vinciamo noi, ma di poco”
55 voti: è questo lo scarto con il quale la
formazione politica guidata da Maria Grazia Crotti ‘Forze popolari
per Inveruno e Furato-
IL CASO INVERUNO 3 Corbone e De Maria: quei personaggi inquietanti alle riunioni di Forza Italia
Inveruno, primavera 2009, campagna elettorale. Due personaggi, strani e schivi, si vedono spesso agli appuntamenti del centrodestra, quelli più politici e quelli più festosi. Però ridono poco. E parlano ancora meno. Ma osservano tutto e tutti. Sono Pasquale De Maria e Giovanni Carbone. Salutano con un cenno del capo, di rado una stretta di mano. Che ci fanno in ambienti Pdl? E che ci facevano, anni prima, alle riunioni di Forza Italia? Soprattutto, che legami hanno con Forze Popolari per Inveruno e Furato, di cui Graziella Crotti è il sindaco, Luigino Garavaglia il dominus e Peppo Garavaglia con la sua combriccola di Comunione e Liberazione (o meglio, considerati i tempi, Lottizzazione e Fatturazione) un autorevole esponente? Semplici domande, curiosità di chi scrive. Se di legami non ce ne sono, di sicuro sindaco e assessori conoscono i due personaggi e non ci risulta che li abbiano mai allontanati né evitati. Non sappiamo - ma ci piacerebbe saperlo - se De Maria e Carbone erano iscritti a Forza Italia ieri o sono iscritti al Pdl oggi. Il che non sarebbe un reato, perché non stiamo parlando di due delinquenti. Solo di due persone un po’ inquietanti per modi e atteggiamenti. E allora la curiosità, cari dirigenti del centrodestra che state in comune da vent’anni, è legittima. Voi, con queste persone, che rapporti avete? Così, giusto per sapere. Non ci aspettiamo una risposta, come non ce l’aspettavamo sull’attentato - chiara intimidazione di stampo mafioso - all’asilo nido. Ci limitiamo a esprimere la nostra perplessità nei confronti di amministratori pubblici dei quali, fino in fondo, fatichiamo a fidarci.
|
![]() |