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Secondo una ricerca, i giovani leggono più dei genitori ma preferiscono i mezzi tecnologici

Italia, il 50 percento dei giovani non legge: quelli del Nord sembrano più 'svegli' di quelli del Sud

 

GIOVANI E LIBRI, E' CRISI? – I giovani leggono poco, è vero. Ma una ricerca dimostra che leggono più dei loro genitori. Il problema è politico: l'Italia è investe pochissimo in cultura, al contrario dei nostri partner europei

di Irene Rinaldi

ROMA (3 ottobre 2008) – Soltanto uno giovane su due, tra i 6 e i 19 anni, nel 2007 ha letto almeno un libro. Lo ha scoperto una ricerca effettuata dall’Istituto Iard, presentata nel corso della prima giornata di lavori degli Stati generali dell'editoria 2008, dedicati al tema ‘Più' cultura, più lettura, più paese. Scommettere sui giovani'. Un dato allarmante che sottolinea la continua tendenza degli adolescenti a preferire i media audiovisivi e digitali: il 21,6%, infatti, predilige l’uso dei media digitali, l’8,5 privilegia cinema, teatro, concerti e spettacoli sportivi escludendo media visivi e cartacei, soltanto il 7,5, considerato consumatore onnivoro, sceglie indifferentemente lettura, ascolto, spettacoli, tecnologia ed esclude tv e spettacoli sportivi.

Il contesto familiare, secondo la ricerca, è determinante nel favorire il contatto e il rapporto con i libri, sia direttamente, attraverso la disponibilità di risorse materiali, sia indirettamente, attraverso l’abitudine a consumare prodotti culturali e al gusto della lettura. Il 19,6% dei giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni, utilizza la biblioteca di casa per procurarsi un libro, il 18,5% preferisce l’acquisto in libreria, il 16,1% il regalo, mentre il prestito in biblioteca lo usufruisce solo il 5,3%. Come fanno i genitori a favorire l’abitudine al consumo dei ragazzi e a indirizzare verso percorsi culturali più complessi e variegati, se i dati evidenziano una maggiore fruizione dei libri da parte dei ragazzi rispetto ai genitori?

L’istituto Iard informa, infatti, che i ragazzi italiani leggono più dei loro genitori. All’interno della categoria giovanile, si evidenziano inoltre differenze territoriali o legate al genere: le femmine leggono più dei maschi, soprattutto nella fascia d'età 15-17 anni (67,8% contro 46,2), mentre gli studenti del Sud dimostrano inoltre una preparazione inferiore nelle capacità di comprensione di un testo, di soluzione di problemi di matematica e di scienze rispetto a quelli del Nord.

''L'investimento sulla cultura – dichiara l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D'Elia - è indice della modernità di un Paese”. Un paese, il nostro, vecchio, con un Pil in crisi, che ha rinunciato ad investire in cultura e sembra rassegnato al declino: in Italia, infatti, la spesa per la Pubblica istruzione si attesta attorno al 4,5%, mentre in Danimarca è l' 8,3, in Svezia il 7,0, in Francia il 5,7 e in Gran Bretagna il 5,5.


 

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