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Intervista a Marcello Dell'Utri: "La cultura e libri mi aiutano a combattere lo stress"

Dell'Utri: "Berlusconi tradito? Succede a tutti i capi. Ma il governo andrà avanti"

 

 

 

 

MALATO DI STRESS - Marcello Dell'Utri (presidente della Fondazione Biblioteca di via Senato e parlamentare del Pdl) ha appena fatto un check up: "Secondo il mio medico - ha spiegato il senatore - ho un forte stress. Del resto, se una persona normale avesse subito quello che ho subito io in questi anni, ci avrebbe già lasciato le penne" 

a cura di Ersilio Mattioni

MILANO (22 novembre 2010) – Vorrebbe parlare soltanto di cultura, Marcello Dell’Utri, nel giorno della presentazione alla stampa del Salone del libro usato (5-8 dicembre 2010, padiglione uno, sede storica di Fieramilanocity, ingresso libero). Alla fine però, nella sala conferenze della Fondazione Biblioteca di via Senato, il senatore del Pdl, fresco di una condanna in Appello a sette anni per concorso in associazione mafiosa, si rassegna. Dismette i panni di presidente della citata Fondazione e parla dei suoi guai giudiziari, della crisi di governo, dei traditori. Ed è un fiume in piena: “Silvio Berlusconi continuerà a governare, finché ne avrà la forza. Quanto a me, aspetto il 2011 (anno della sentenza definitiva della Cassazione, ndr) occupandomi di libri. Anche perché il mio medico mi ha detto che sono molto malato, di stress. Non chiedetemi altro, perché non so niente. Non leggo i giornali, tranne il Corriere della Sera. E in televisione guardo solo il calcio”. Poi Dell’Utri invita i giornalisti alla mostra su Dante e l’Islam. Entra nella sala che raffigura il paradiso, dove qualcuno gli chiede se conta di andarci. Risposta: “Già il purgatorio andrebbe bene. Io, comunque, sono nel limbo”.

Senatore Dell’Utri, ma il governo cade o resta in piedi?
“Cosa c’entra il governo con il Salone del libro usato? Mi scusi, vorrei parlare di cultura”.

D’accordo, ma può rispondere anche a una domanda di politica…
“E che ne so io. Per me Berlusconi continuerà a governare, finché ne avrà la forza”.

Ma come vede Berlusconi, giù di corda?
“Giù di corda non lo è mai. Al limite ha qualche momento di angoscia, di sconforto”.

Il premier si sente tradito da Gianfranco Fini?
“Berlusconi è un capo. E tutti i capi vengono traditi”.

Anche lei è stato tradito?
“Io no, non sono un capo. A meno che qualcuno mi voglia indicare come capo di Cosa Nostra”.

A proposito di Cosa Nostra, dopo la sua condanna in Appello, con che spirito aspetterà la sentenza della Cassazione nel 2011?
“Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, cioè occuparmi di libri e di cultura. Mi aiuta a curarmi”.

Perché senatore, è malato?
“Ho fatto un check up. E il mio medico mi ha detto che ho una malattia seria. Ho pensato che fosse giunta la mia ora. Invece è lo stress. Ci scherzo ma è una cosa preoccupante, un livello di stress molto alto. Del resto sono vivo per miracolo, con tutto quello che ho dovuto subire. Una persona normale ci avrebbe già lasciato le penne”.

Cosa pensa di quello che ha dichiarato ieri il ministro degli Interni? Secondo Roberto Maroni, se lei venisse condannato anche in Cassazione, dovrebbe andare in carcere.
“Non lo so. Non chiedetemi niente, perché non so proprio niente”.

Non ha letto i giornali?
“Ma scherza? Non li leggo mai. A parte il Corriere della Sera, da sempre il mio giornale preferito”.

E non guarda neppure la televisione?
“Poco, molto poco. In prevalenza il calcio e un po’ di informazione. E poi i programmi culturali. Ce ne sono tanti, magari a ore insolite, su tutte le reti”.

Insomma senatore, ma la mafia al Nord esiste?
“Certo che esiste. Esistono i criminali, come ovunque”.

Cos’è per lei la mafia?
“E per lei? Questa è una domanda tendenziosa. Cosa le devo dire, che è una cosa bella? Le dico che è una cosa sbagliata”.

Non vuole proprio commentare la sentenza della Corte d’Appello?
“Ma perché non andiamo a vedere la mostra su Dante e l’Islam? C’è anche un bellissimo catalogo. Vi accompagno…”

Cosa c’entra Dante con l’Islam?
“Bella domanda. Me lo chiedo anch’io. Scherzo, abbiamo voluto rappresentare una provocazione. E’ un tentativo per mostrare quanto le culture, orientale e occidentale, si siano influenzate. Anche se Dante, con Maometto, non è stato tenero. L’ha messo all’inferno”.

E lei, senatore, andrà in paradiso?
“Lo spero. Ma poi guardi, anche il purgatorio andrebbe bene. Anzi, credo che un passaggio dal purgatorio sia obbligato per tutti”.

Ma in paradiso, alla fine, ci arriverà?
“Non so. Io sono nel limbo”.

 

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