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L'INQUIETANTE RACCONTO DI BASILIO RIZZO AL QUOTIDIANO 'LA PREALPINA' Cancellieri-Ligresti, quel sodalizio pericoloso nato negli anni '80, ai tempi della 'Milano da bere'
VECCHI AMICI - Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri (a sinistra) fu viceprefetto nella Milano negli anni '80-90. Qui nacque il sodalizio con il costruttore Salvatore Ligresti (a destra). In molti l'avevano scordato, non Basilio Rizzo (al centro), attuale presidente del consiglio comunale milanese e storico leader dell'opposizione di sinistra
MILANO - 8 novembre 2013 – “Non ho mai fatto pressioni per la scarcerazione di Giulia Ligresti (...) Sono intervenuta per centinaia di detenuti (...) Rifarei quella telefonata (con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, ndr) di solidarietà a un’amica”. Con poche frasi il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, convince Pd, Pdl e quel che resta del centro di Monti e Casini. E’ salva, la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle si schianta contro il muro che le larghe intese ergono a difesa del Guardasigilli, assolvendolo da una conversazione ritenuta “innocente” e senza conseguenze sulla scelta del Tribunale di Torino. Ma quella telefonata è solo l’epilogo di una serie di fatti che rendono la Cancellieri inidonea a ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia. A raccontarli è Basilio Rizzo, attuale presidente del consiglio comunale di Milano e storico leader meneghino dell’opposizione di sinistra. A ordinarli è Federico Bianchessi che il 3 novembre pubblica un interessante articolo sul quotidiano ‘La Prealpina’. Un documento, una fotografia scattata sulla ‘Milano da bere’ anni ‘80-90.
“Fino a quando - è Rizzo che parla - non è scoppiato il caso, non avevo capito che la Cancellieri fosse proprio Anna Maria Peluso. Allora portava il cognome del marito e non avevo fatto il collegamento. Ora, certo, non mi stupisco affatto. Nella manica di Ligresti non era soltanto lei, ma lo stesso prefetto Vincenzo Vicari. E anche il suo successore, Bruno Ferrante (poi candidato sindaco del centrosinistra nel 2006: perdette di misura contro Letizia Moratti, ndr). Tutti venivano ripagati con incarichi in società del gruppo Ligresti o contigue per interessi, a loro direttamente o a loro parenti. La prefettura era ligrestizzata”.
Un sodalizio, quello tra l’allora viceprefetto Cancellieri e il costruttore, che nasce e cresce nella Milano social-comunista: “Non mi spiego la vertiginosa carriera della Cancellieri. Mi spiego invece - aggiunge Rizzo - la particolare protezione di cui gode al Quirinale. La corrente del Pci che a Roma faceva capo a Giorgio Napolitano (i cosiddetti ‘miglioristi’, ndr) a Milano venne poi falcidiata da Mani Pulite”. Inutile aggiungere che i 'miglioristi' meneghini rappresentano a lungo, finché non vengono coinvolti nelle inchieste degli anni '90 sulla corruzione politica, la corrente ligrestiana all'interno del partito.
Ultima perla, si fa per dire: “I legami tra la Cancellieri e Ligresti sono datati, già all’epoca in cui Salvatore era spostato con Antonietta ‘Bambi’ Susini (poi deceduta nel 2010). La donna era stata vittima di un rapimento. Fu liberata dopo il pagamento del riscatto ma i tre mafiosi identificati come responsabili vennero poi tutti misteriosamente assassinati”.
Dallo scandalo delle ‘aree d’oro’ degli anni ‘80 al nuovo Pgt delll’amministrazione Moratti, il nome di Ligresti, con le scelte urbanistiche delle giunte cittadine, c’entra sempre. E Rizzo è sempre lì, come un cane da guardia. Determinazione, carte e sobrietà, come quando nel 2011 chiede conto all’allora assessore Pdl Carlo Masseroli del contenzioso di Ligresti con il Comune per tre interventi edilizi bloccati. Don Salvatore minaccia fuoco e fiamme, vorrebbe persino chiedere alla Provincia di Milano, dove vanta buoni amici, di commissariare il Comune servendosi di una specifica norma, peraltro mai utilizzata. Nel faldone c’è anche un carteggio tra il costruttore e palazzo Marino. Rizzo chiede di vederlo. Gli rispondono “senz’altro”. Ma quei fogli non saranno mai resi noti.
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